6 lezioni di crescita personale che il Coaching mi ha regalato
- Melania Puolo
- 12 nov 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 17 dic 2024

La scorsa primavera ho iniziato il meraviglioso percorso di formazione per diventare Coach certificata e poche settimane fa ho completato il 1° livello dell’ Accredited Professional Coaching Mastery.
La rigorosa formazione come Coach ha significato per me, innanzitutto, iniziare un viaggio di riscoperta: di me stessa, del significato del mio percorso, dei miei valori e bisogni.
Mi porto a casa tantissime “lezioni” che vanno ben oltre il perimetro del Coaching e che ritengo siano risorse preziose da condividere con l'augurio che, come è successo per me, regalino anche a te libertà, senso di potere e una nuova centratura.
Le condivido, con emozione.

Egoless, accogliere, oltre le categorie del giudizio, in un lavoro continuo di sottrazione: un atteggiamento fondamentale per essere un buon Coach ma anche una grande opportunità alla quale sarebbe saggio volgere lo sguardo, in questo momento storico.
Farsi amico l’ignoto, “fino a prova contraria”: darsi il permesso di esplorare, abbracciare l’opportunità, la scoperta, in un processo creativo.
Grazie al percorso e all’affiancamento di un Coach nei momenti di transizione, mi sono data questo permesso, spesso con sofferenza, perché lasciare andare ciò che ci è noto non è facile, anche quando sappiamo che “toglierci da lì” ci consentirebbe di raggiungere i nostri obiettivi e di esprimerci in modo ancora più luminoso.
Fiducia nel processo: il mio mantra più recente. Un atto etico, questo “affidarsi”. Non a caso la fiducia è una delle competenze chiave del Coach.
Bias inconsci: studio e pratico da almeno 10 anni i principi della comunicazione inclusiva, predico l’ascolto attivo, mi ritengo una persona aperta e curiosa.
Eppure.
Uno dei primi esercizi di questo percorso, quale mese fa ha demolito le mie convinzioni e mi ha fatto vedere quanto, quella di mettere in discussione le proprie certezze, sia una strada luminosa e lunga una vita intera.
Non rinunciare a navigare le proprie emozioni: le emozioni possono essere più o meno gradevoli e non è facile restare in quelle meno piacevoli, ma tutte sono utili perché tutte hanno qualcosa da dirci, di noi.
Dovrebbero insegnarlo a scuola.
La trappola del passato: quei “va sempre così” che vengono dal passato e che tolgono ossigeno al futuro. Riappropriarsi dei Futuri Possibili (e preferibili), con intenzionalità e consapevolezza, ci rimette in posizione di potere, dove torniamo ad avere possibilità di scelta.

In questo momento storico si respira un immenso bisogno di futuro, di nuove possibilità e alternative sostenibili che mettano al centro la persona e il Coaching è uno strumento potente, affascinante per riappropriarsi con consapevolezza di scelte preferibili e sostenibili.
E per, prendendo a prestito una meravigliosa definizione di empowerment di Michela Murgia, “agire in modo potente, autoconferendosi la dignità di protagoniste”.
Non esiste una parola in italiano per tradurre l’inglese empowerment, ma il senso è esattamente quello: agire in modo potente, autoconferendosi la dignità di protagoniste proprio nei contesti in cui viene più negata.
Come dice uno dei miei Maestri di Coaching, la formazione come Coach sarà un percorso lungo una vita intera.
Non vedo l’ora di continuare a lasciarmi stupire e ad apprendere, per poter portare questo stesso valore alle persone che mi scelgono come Coach, per farsi accompagnare nei propri percorsi, per valorizzare i propri talenti, riscoprire e riconoscere il proprio valore unico e per poter raggiungere i propri obiettivi professionali.
Vuoi approfondire? Scrivimi nei commenti o contattami, sarò felice di rispondere alle tue domande!
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