Se non hai più idea di quale lavoro sia “giusto” per te, punta alla felicità.
- Melania Puolo
- 15 nov 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 17 dic 2024

Chi l’ha detto che a 20 anni, ma anche a 30, 40 o 50, bisogna avere tutto chiaro? L’università giusta, il master giusto, l’azienda giusta, le promozioni giuste, il percorso professionale giusto.
Quando abbiamo iniziato a negarci il diritto alla scelta, alla scoperta, ai piani B, C, Z?
Chi mi conosce, sa quanto io sia sempre stata appassionata di trasformazioni ed evoluzioni professionali, quanto abbia sempre creduto, da HR in azienda prima e Consulente HR e Career Coach oggi, nelle infinite possibilità e combinazioni, perché alla fine, tutto quello che conta, sta in cosa proviamo alla fine della giornata, nei confronti di quello che abbiamo fatto, per cosa ci siamo impegnati, a cosa abbiamo dedicato le nostre ore.
Un’altra cosa che chi mi conosce sa bene, è quanto io trovi di ispirazione Michela Murgia, le sue battaglie, le sue prospettive, la passione e l’autenticità che esprimeva.
E quindi mi permetto di prendere in prestito le sue parole in questa meravigliosa intervista tratta dalla terza stagione di @BasementCafé (qui l’intera intervista) per condividere 6 riflessioni.
Non tutti hanno un piano chiaro. E va benissimo anche così.
Non serve sapere esattamente cosa si vuole fare a 20 o 25 anni per costruire un progetto professionale. La chiarezza può arrivare strada facendo, a patto di avere una bussola interiore: la consapevolezza di ciò che ti rende felice. Il percorso non è sempre lineare, ma l'importante è partire e non lasciarsi spaventare da quello che non conosciamo, nel momento in cui facciamo il primo passo.
Un "lavoro felice" non è un lusso, ma un obiettivo legittimo.
In un mondo che spesso spinge ad accontentarsi, perché “ringrazia ad avercelo un lavoro”, aspirare a essere felici nel lavoro sembra una pretesa esagerata. Eppure, è questa legittima e umanissima ambizione che crea il vero cambiamento. Si tratta di allineare ciò che fai con ciò che sei.
Non aver paura di cambiare strada.
Lasciare un lavoro che non ti soddisfa richiede a volte coraggio, soprattutto in contesti dove la stabilità economica è precaria. Ogni scelta coraggiosa, però, rafforza la tua identità professionale e ti avvicina al tuo obiettivo. E se non è convincente così, prova a chiederti “Se ricominciare è rischioso, qual è il costo di restare infelici?”.
Accetta il disorientamento come parte del viaggio.
Il cammino verso una carriera appagante può portarti in zone d’ombra, i "cespugli di spine" che Michela Murgia cita nell’intervista. E va bene così. Ogni difficoltà ti insegna qualcosa, mentre ti ricorda che sei sulla strada giusta: la tua.
La visione guida il tuo percorso.
Sapere dove vuoi arrivare – anche in termini di valori– è la chiave per sbloccare le opportunità. La strada spesso non appare chiara finché non inizi a percorrerla. Fidati del processo.
Sfida le convenzioni con consapevolezza.
Sfidare aspettative sociali, familiari, culturali, per inseguire la tua felicità non è egoismo o un segno di follia, ma un atto di autenticità, che ti consente di costruire una carriera , e una vita, in cui ti riconosci davvero.

Qui alcuni passaggi dell'intervista che, in particolare che mi hanno emozionata.
Sapevo una cosa, volevo essere felice. E sapevo che non mi sarei fermata fino a quando non fossi stata felice. Ma come questa cosa si potesse realizzare non ne avevo idea, (...) stragrande maggioranza della gente non sceglie il lavoro che gli piace, sceglie quello che trova e a volte se ne deve andare per trovarlo.
Ero una che aveva una pretesa che nessuno capiva e quindi molti lavori che ho trovato poi li ho lasciati perché non erano i lavori che mi facevano felice.
In casa mia (...) “Ma come, non ce n’è, tu l’hai trovato e mo’ dopo due anni lo molli perché dici che non sei felice. Ma da dove ti viene, questa idea che devi essere felice?”
Sapevo dove volevo arrivare e se tu sai dove vuoi arrivare, la strada si manifesta da sola. Qualche volta ti trovi in un cespuglio di spine, può succedere, però alla fine ne esci.
La verità è che non serve un piano perfetto, serve solo una bussola: sapere cosa ti rende felice.
E se qualcuno ti dice che aspirare alla felicità è una follia… beh, forse è proprio allora che stai facendo la cosa giusta.
Vuoi approfondire? Scrivimi nei commenti o contattami, sarò felice di rispondere alle tue domande!
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